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I Big Data: le informazioni più preziose del web

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Alla ricerca del tesoro più ambito della rete: i Big Data rivelano (quasi) tutto sui clienti del tuo Web to print

Il successo sul web si misura in traffico utenti e successive conversioni. Gli utenti sono la ricchezza principale per le aziende e i brand che operano online, oggi nella Age of Customer più che mai.

Tutto dev’essere improntato al cliente: dalla strategia di marketing alla customer experience. Il Web to print non fa eccezione!

Tuttavia, non sono solo gli user a godere dei benefici di un mondo costruito su misura per loro. Anche le aziende possono ricavarne in cambio qualcosa: dati. Una mole immensa di dati. Mai sentito parlare di Big Data?

Che cosa sono i Big Data?

L’espressione Big Data, che in inglese significa “grandi dati”, sta ad indicare l’immensa quantità di informazioni create dall’interazione tra persone e tecnologie sul web.

Sono le informazioni ricavabili dalle “tracce” che gli utenti lasciano durante la navigazione in rete, ad esempio suo tuo sito ecommerce per tipografia, come le briciole di Pollicino. Seguendole, raccogliendole e analizzandole, ti condurranno direttamente a loro.

Questi dati sono definiti “big” perché grandi per dimensione (siamo nell’ordine dei terabyte) e per volume di archiviazione; enormemente vari per tipologia (testuali, multimediali, iper-testuali) e molto complessi e lenti da analizzare: per gestirli sono necessari database elaboratissimi, di migliaia di colonne; per analizzarli, algoritmi da capogiro.

Questi dati vengono ricavati da fonti molto eterogenee tra loro: siti web, social media, app e così via. Esistono aziende il cui core business è proprio la raccolta e la gestione (e la eventuale cessione a parti terze) dei Big Data.

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Perché studiare i Big Data? I vantaggi per le aziende

Mentre fino a qualche tempo fa le informazioni estraibili da questi dati erano soltanto di carattere numerico, le nuove evoluzioni digitali hanno allargato il campo anche alle informazioni semantiche, ottenute direttamente da discorsi scambiati fra utenti online o dai contenuti che diffondono.

Utilissimi per l’analisi di interessi e comportamenti e per la previsione di fenomeni di qualunque natura, i Big Data si sono conquistati un posto d’onore nelle strategie di marketing aziendali, in veste di prezioso materiale attraverso cui monitorare i modelli di consumo dei clienti.

Per quanto le tecnologie siano sempre più capaci di scremare le informazioni da ciò che è superfluo per gli obiettivi di marketing, le previsioni che vi si possono ricavare non hanno naturalmente una precisione assoluta: se da una parte la possibilità di disporre di dati su chi e che cosa entra (o esce) dal web e dalle sue piattaforme è una risorsa, dall’altra non si può fare a meno di considerare quelle che sono le difficoltà di accesso al loro significato.

Si può però sostenere senza ombra di dubbio che i Big Data possono fornirti degli ottimi indici di probabilità dei desideri e dei comportamenti dei clienti del tuo sito ecommerce per la stampa.

L’analisi, svolta da un professionista dedicato che prende il nome di Data Scientist, consiste nell’esaminare i dati per ricavarne gruppi omogenei tra loro, dove siano riconoscibili pattern e relazioni, e trarre conclusioni e previsioni su attività future.

Alla luce di queste analisi, puoi prendere decisioni di business più informate, per esempio su quando effettuare una certa campagna marketing, o individuare un bisogno che possa essere soddisfatto da un nuovo prodotto o servizio sul tuo Web 2 print.

Una grande distinzione è quella tra le analisi quantitative dei dati (o analisi di dati numerici che esprimono valori quantificabili), e le analisi qualitative, che si concentrano su dati non numerici, come immagini, video, suoni e testi non strutturati.

I vantaggi possono riassumersi in:

  • miglior customer experience
  • aumento della competitività
  • aumento delle vendite
  • individuazione di attività sospette o comportamenti fraudolenti

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Quando si hanno presenti le caratteristiche e le aspirazioni dei propri clienti, si può iniziare a ideare, commercializzare e promuovere prodotti/servizi/contenuti personalizzati. Questi, nel rispetto della brand identity, possono intercettare i desideri del tuo target di riferimento: i clienti apprezzano molto ricevere trattamenti speciali e sentirsi importanti o utili per l’azienda.

Alcune informazioni, come per esempio il momento della giornata in cui gli aggiornamenti su un sito o su una pagina di un Social Network vengono maggiormente seguiti, servono soltanto all’azienda per capire come modificare la propria strategia di promozione.

In altri casi invece, i dati estrapolati dai comportamenti dei consumatori possono concorrere al miglioramento della customer experience. In questo caso si parla di “co-creazione“, perché le caratteristiche dell’offerta sono, se ci pensi bene, scelte in base ai feedback dei clienti stessi.

Sicurezza e privacy dei Big Data

Una consuetudine abbastanza diffusa sul web riguarda il trasferimento del controllo dei dati dai cosiddetti walled garden (“giardini recintati”) di proprietà di aziende di vario tipo, ad aziende terze che vorrebbero entrarne in possesso.

Questi ecosistemi chiusi non permettono una gestione dei dati condivisa né completamente trasparente.

Per questo motivo è buona pratica per le imprese cercare partner con cui condividere l’accesso a database di Big Data, mantenendo così un accesso più diffuso – seppur meno diretto – alle informazioni sui clienti.

Pur senza volerci addentrare nel ginepraio delle disposizioni normative che regolamentano il trattamento dei dati personali, il principio di base che deve sempre guidare ogni operazione compiuta sui Big Data è il seguente: vi si può lavorare solo se l’interessato ha espresso il consenso esplicito al trattamento dei propri dati personali per una o più specifiche finalità.

È necessario quindi avere chiaro fin dall’inizio lo scopo per cui si andrà a realizzare analisi sui dati. Una volta iniziata la raccolta dei dati, non è possibile sottoporli ad analisi o utilizzi che non siano stati specificati a priori.

In questo senso, il recente GDPR, il General Data Protection Regulation approvato dall’Unione Europea, ha apportato un notevole miglioramento.

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