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Perché gli utenti dovrebbero iscriversi (e restare iscritti) alla tua newsletter?

La newsletter permette di instaurare un rapporto di fiducia con i clienti che si sviluppa e che cresce nel tempo. Consente di mettere in mostra le proprie competenze ed esperienze, aiutando a migliorare la reputazione della propria attività sul mercato, contribuendo a rendere più efficace la strategia di branding. Dà la possibilità di promuovere in modo mirato prodotti e servizi, mantenendo aggiornata la propria audience sulla nostra attività e aiuta ad aumentare il traffico sul sito web. E ancora, crea del passaparola, aiuta la familiarità con i clienti, dà visibilità al brand e soprattutto aiuta ad aumentare le vendite, a fronte di un costo ridotto, soprattutto se raffrontato con quello di altri canali promozionali e di marketing.

Insomma la newsletter è un’arma molto preziosa. Molte aziende, però, si lamentano di non essere in grado di costruire una mailing list sufficientemente grande, minando seriamente l’utilità di questo strumento. Ma cosa potrebbe spingere gli utenti a iscriversi e a restare iscritti alla tua newsletter?

La newsletter è fastidiosa?

Lo svantaggio dell’attività di e-mail marketing e quindi l’ostacolo che chi realizza delle newsletter si trova spesso ad affrontare è: la newsletter viene vista come un fastidio non necessario. Ed ecco allora che molte aziende, nel timore di “infastidire” i propri clienti e potenziali tali, scelgono semplicemente di tacere, di non inviare nessuna e-mail informativa o promozionale. Questo però equivale a lasciarsi scappare una preziosa opportunità di crescita: se fatta a regola d’arte e se gestita correttamente, una newsletter non diventerà mai un’arma contro l’azienda. Vediamo quindi perché gli utenti dovrebbero iscriversi (e restare iscritti) alla tua newsletter.

6 motivi che possono spingere gli utenti a iscriversi (e a restare iscritti) alla tua newsletter

Perché viene chiesto nel modo giusto

Partiamo da qui, ovvero dalla creazione della mailing list. L’utente deve dare chiaramente il consenso all’iscrizione della newsletter. Al di là di aspetti normativi ed etici, infatti, una newsletter può funzionare bene solamente nel momento in cui il destinatario si mostra interessato a questo tipo di comunicazione. Ecco allora che un banner posizionato strategicamente nel sito, la richiesta di iscriversi alla newsletter per ricevere un coupon di sconto o per scaricare un e-book gratuito, un pop-up che fa la sua comparsa dopo un certo numero di scroll o nel momento in cui l’utente sembra voler abbandonare il sito… tutte queste sono ottime strategie per richiedere agli utenti di iscriversi alla propria newsletter.

Perché contiene informazioni utili

Ecco un altro motivo per cui un utente potrebbe desiderare di iscriversi alla tua newsletter e di non cancellarsi dalla mailing list: per l’effettiva utilità dei contenuti trasmessi. Di newsletter ce ne sono ovviamente di molti tipi. Ci sono quelle dei magazine e dei blog che offrono contenuti speciali, o quelle che riassumono informazioni utili, o che contengono interviste ai clienti o case history, oppure ancora che condividono notizie del settore. L’importante è che le newsletter non si trasformino in una continua promozione dei propri prodotti e servizi.

Perché si legge bene su tutti i dispositivi

Un utente che si iscrive a una newsletter per poi scoprire che questa non si legge bene sul proprio smartphone può ovviamente – e a ragione – decidere di disiscriversi dal servizio. È quindi necessario assicurasi che i propri contenuti siano facilmente fruibili da qualsiasi dispositivo.

Perché è personalizzata

Le newsletter sono più efficaci quando sono personalizzate, o meglio, quando sono mirate. In che senso? Semplice. Pensiamo alla newsletter di un e-commerce che vende prodotti di abbigliamento per lui e per lei. Quanto efficace può essere verso un pubblico maschile una newsletter che parla di gonne o di collant? Molto meglio quindi personalizzare le newsletter, mandando dei messaggi diversi in base al genere, all’età, alla posizione geografica e via dicendo, così da condividere con il proprio pubblico di volta in volta i contenuti più adatti.

Perché non è fastidiosa

Come deve essere una newsletter per non essere fastidiosa? Deve contenere dei contenuti di qualità, originali ed esclusivi, facilmente e piacevolmente leggibili. Lo abbiamo già visto. Ma non è tutto qui: deve anche essere cadenzata correttamente nel tempo. Non esiste una regola assoluta, tutto dipende dal tipo di business. Un quotidiano online può avere una newsletter quotidiana o può persino prevedere due invii al giorno, al mattino e alla sera. La newsletter di una normale azienda che non si occupa di informazione sarà invece molto meno frequente, con un messaggio ogni settimana o con due invii al mese, per non importunare il pubblico e per avere la certezza di inoltrare sempre contenuti di qualità.

Perché può cancellare l’iscrizione in qualsiasi momento

Infine, un utente decide di iscriversi a una newsletter anche perché ha ben chiaro un concetto: potrà cancellare la propria iscrizione in qualsiasi momento, per qualunque motivo, con pochi click.

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